Stella Assange smuove i politici statunitensi in una lettera per la liberazione di Julian

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Stella Moris Assange, la moglie del giornalista ed attivista per i diritti umani non si ferma, sono oramai quattro anni che il giornalista Julian Assange è detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh a sud-est della città di Londra. Il giornalista è colpevole di avere pubblicato attraverso i suoi collaboratori di Wikileaks prove dei crimini di guerra perpetrati dagli Stati Uniti in zone di conflitto.

L’avvocato per i diritti umani Stella Assange ed i suoi collaboratori aggiornano quotidianamente attraverso il web i passi e le attività che compiono con fatica non solo a livello burocratico ma anche attraverso l’ informazione nelle scuole, soprattutto nelle università inglesi e statunitensi dove l’appoggio per la liberazione del giornalista è sempre più evidente. La campagna per la liberazione di Julian Assange si muove saldamente su tre punti che gli attivisti, non solo, possono attivare per potere in prima persona rendere fattibile questo risultato, per chi ne fosse interessato gli interventi di giornalisti da tutto il mondo sono visibili attraverso il profilo Instagram di Stella Assange .

“Se crediamo nella libertà di parola, se crediamo nel giornalismo democratico indipendente, Julian Assange dovrebbe essere liberato da Belmarsh”.
– Jeremy Corbyn

E’ fondamentale ricordare ogni singolo giorno che se il giornalista venisse estradato negli Stati Uniti e condannato a morte definirebbe una volta per tutte la fine dei diritti umani e della libertà di stampa per tutti noi, ciò significa che qualsiasi morte, violenza o abuso venisse perpetrata dalle mani di forze militari, politiche o di polizia di ogni singola parte del mondo non sarebbe più legalmente contestabile anche attraverso registrazioni, video e fotografie, anzi diverrebbe legale a tutti gli effetti.

In queste ultime settimane i politici democratici statunitensi hanno cofirmato una lettera all’AG Merrick Garland chiedendo al Dipartimento di Giustizia di sostenere le protezioni del Primo Emendamento per la libertà di stampa, facendo cadere così le accuse dell’era Trump contro l’editore australiano Julian Assange e ritirando la richiesta di estradizione americana attualmente in detenzione presso il governo inglese.

La lettera è guidata dal rappresentante del Michigan Rashida Tlaib e affiancata dai rappresentanti di New York Alexandria Ocasio-Cortez e Jamaal Bowman, dal rappresentante del Massachusetts Ayanna Pressley, dal rappresentante del Texas Greg Casar, dal rappresentante del Minnesota Ilhan Omar e dal rappresentante del Missouri Cori Bush. La lettera arriva nel quarto anniversario della detenzione di Assange nella prigione più dura del Regno Unito. Uno stralcio della lettera inviata dai politici statunitensi all’aministrazione Biden:

“L’accusa di Julian Assange per lo svolgimento di attività giornalistiche diminuisce notevolmente la credibilità dell’America come difensore di questi valori, minando la posizione morale degli Stati Uniti sulla scena mondiale e garantendo di fatto copertura a governi autoritari che possono (e lo fanno) indicare la posizione di Assange procedimento giudiziario per respingere le critiche basate su prove ai loro record sui diritti umani e come precedente che giustifica la criminalizzazione della segnalazione delle loro attività. I leader delle democrazie, i principali organismi internazionali e i parlamentari di tutto il mondo si oppongono al processo contro Assange”, hanno scritto i legislatori. La deputata Rashida Tlaib ha dichiarato:

“ Quattro anni fa, Julian Assange è stato arrestato per aver pubblicato la verità. Sto inviando una lettera al procuratore generale Garland esortandolo a difendere la libertà di stampa, ritirando queste accuse dell’era Trump e ritirando la richiesta di estradizione”.

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