Numerose organizzazioni per i diritti umani, come Euro-Med Human Rights Monitor, e alcune israeliane, come Peace Now, hanno denunciato la pericolosità di ciò che sta accadendo a causa del genocidio in atto nella Striscia di Gaza. L’assordante rumore proveniente dall’enclave, sin da ottobre, ha permesso al governo di Benjamin Netanyahu di condurre i crimini più efferati nei territori della Palestina occupata, comprese le terre del ’48, come la bassa Galilea e Gerusalemme-Est, silenziando così le notizie provenienti dalla Cisgiordania occupata.
Nei prossimi mesi, saranno approvate migliaia di unità abitative destinate ai coloni, probabilmente gli stessi costretti a lasciare il nord di Israele a causa degli attacchi degli Hezbollah, che hanno obbligato 260.000 israeliani ad abbandonare le loro abitazioni. Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, che ricopre anche un incarico nel ministero della Difesa con un notevole controllo sulle questioni civili nella Cisgiordania occupata, ha celebrato l’iniziativa in un post su X mercoledì scorso:
“Costruire il buon paese e ostacolare la creazione di uno stato palestinese. La MTA si riunisce questa mattina per approvare oltre 5.000 unità abitative.”
A giugno, il ministro aveva dichiarato che non permetteranno alla Cisgiordania di creare uno stato palestinese. Come lui, anche altri membri del partito sono consapevoli che il rumore mediatico dei massacri nella Striscia di Gaza ha silenziato i crimini che vengono commessi quotidianamente, non solo nei campi profughi ma anche nelle città delle terre occupate illegalmente.
I rappresentanti dell’organizzazione israeliana Peace Now hanno dichiarato che Smotrich e Ben Gvir hanno un unico interesse, quello di salvaguardare una manciata di coloni a discapito della popolazione israeliana:
“Oggi è chiaro a tutti che questo conflitto non può essere risolto senza un accordo politico che stabilisca uno Stato palestinese accanto a Israele.”
L’estrema destra israeliana, guidata dai ministri Ben Gvir e Smotrich, insiste dal 7 ottobre sull’armare i coloni israeliani e sull’espropriazione delle abitazioni palestinesi in tutte le zone, soprattutto a Gerusalemme Est. Numerose dichiarazioni rilasciate in questi mesi hanno reso evidente come l’annessione della città santa e della Moschea di al-Aqsa a Israele sia fondamentale per la politica di questo governo. Una normalizzazione molto pericolosa, poiché sanno bene che essa è un simbolo per l’intero Islam e non solo per il popolo palestinese. Il ministro Bezalel Smotrich ha nuovamente dichiarato recentemente di fronte ad un congresso di estrema destra:
“L’obiettivo è cambiare il DNA del sistema per molti, molti anni. Dopo il 7 ottobre, c’è un consenso nella società israeliana. La via è sviluppare insediamenti e ci stiamo concentrando sullo svolgimento di ampi processi strutturali che porteranno lo Stato di Israele a sviluppare insediamenti in modo ordinato.”
Nonostante l’impegno dei coloni sionisti della destra estrema, la Corte suprema israeliana ha dichiarato che gli insediamenti rappresentano una possibilità temporanea e non a lungo termine, contrariamente alle aspettative dei ministri di Benjamin Netanyahu. Resta il fatto che, nonostante le corti si dichiarino contro alcuni aspetti del sionismo, sembra che le decisioni legali abbiano un’importanza secondaria dal 1948, considerando l’allargamento delle colonie in questi anni.
Dobbiamo prestare molta attenzione alle parole del ministro Bezalel Smotrich, che ha dichiarato in un audio rilanciato da alcuni media statunitensi che all’interno dei ministeri è stata recentemente creata la figura del CEO per condurre il più velocemente possibile la normalizzazione. Questa scelta è stata sicuramente accelerata a causa del sostegno sempre maggiore degli stati esteri nei confronti del popolo palestinese.
La violazione degli accordi di Oslo è ormai evidente a tutti, ma il problema più grande è il silenzio dei media europei che, con la scusa della devastazione nella Striscia di Gaza, hanno palesemente silenziato le deportazioni, le uccisioni e le espropriazioni in numerose città, villaggi e campi profughi, tra cui Jenin, Nablus, Hebron, Ramallah e altri ancora.
Il mese scorso, circa 14 Kmq siti nella Valle del Giordano sono stati registrati come terreni statali. Israele ha costruito circa 160 insediamenti che ospitano circa 700.000 ebrei da quando ha occupato la Cisgiordania e Gerusalemme Est (terre che i palestinesi vogliono come parte di un futuro Stato) nella guerra del 1967.
La stragrande maggioranza della comunità internazionale ritiene che gli insediamenti siano illegali secondo il diritto internazionale, sebbene Israele lo contesti. In cambio dell’autorizzazione retroattiva dei cinque insediamenti, il signor Smotrich avrebbe accettato di sbloccare gli ultimi tre mesi di entrate fiscali trattenute dall’Autorità Nazionale Palestinese e di estendere una deroga a protezione delle banche israeliane che collaborano con banche palestinesi. Gli Stati Uniti avevano esortato Israele a sbloccare i fondi, avvertendo che ulteriori difficoltà economiche per i palestinesi avrebbero potuto portare a una maggiore violenza in Cisgiordania.
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