Nonostante il governo italiano non riconosca il genocidio sulla Striscia di Gaza, numerosi medici da tutto il mondo lottano ogni giorno per fare valere il diritto alla salute e rendere Giustizia alla lotta per l’eguaglianza di tutti i popoli, quei diritti che troppi governi occidentali cercano da anni di cancellare.
Sono coinvolti in questo massacro ovviamente Israele ma anche tutti coloro che lo sostengono nel genocidio nella terra di Palestina da 76 anni, rendendolo evidente agli occhi di tutto il mondo dopo il 7 ottobre 2023.
Stiamo vivendo uno dei periodi storici più devastanti a livello umano, le numerose testimonianze ci arrivano direttamente dall’enclave specialmente attraverso i racconti dei pochi medici sopravvissuti al genocidio, narrano di vere e proprie esecuzioni all’interno degli ospedali, di donne obbligate a subire tagli cesarei senza anestesia e costrette a scappare poco dopo pur essendo debilitate e doloranti con il loro piccolo tra le braccia, di pazienti e medici giustiziati tra le corsie e purtroppo molto altro ancora.
Gli ospedali ad oggi non possono essere definiti luoghi sicuri per nessuno, come stanno dimostrando in questi ultimi giorni i video inviati quotidianamente dal dottor Husam abu Safiyeh che dall’ospedale Kamal Adwan, nella zona di Jabalia a nord della Striscia ha visto nei giorni scorsi deportare i suoi colleghi, almeno 40 verso luoghi sconosciuti. Racconta la sua sopravvivenza quotidiana, la sua professione e il dramma di una popolazione costretta a subire violenze continue senza limiti.
Accade così che i medici italiani non ci stanno e scelgono oramai da oltre 420 giorni come altri medici esteri di denunciare direttamente al governo italiano palesemente complice di genocidio, oggi più che mai il bisogno di intervenire. La Pec che troverete in questo articolo è firmata dalla dottoressa e genetista Paola Manduca presidente di New Weapons Research Group e portavoce dei colleghi della rete Sanitari per Gaza, sostenuta da numerose associazioni italiane che decidono di appoggiare questa richiesta per una esplicita presa di posizione nei confronti della vita. Si tratta di una lettera a cuore aperto, scritta non solo come denuncia contro tutti coloro che hanno scelto di lavarsene le mani e restare in silenzio ma anche per chiedere un sostegno reale e attivo, attraverso non solo l’invio di farmaci ma la protezione nei confronti delle strutture ospedaliere sulla Striscia di Gaza, perché non dimentichiamo che nel diritto internazionale e nelle regole della guerra è sancito esplicitamente che gli ospedali debbano restare Zona Franca.
Gentile Presidente Giorgia Meloni
Gentili Ministri della Salute Orazio Schillace, degli Esteri Antonio Tajani
Vi prego di considerare con Massima Urgenza queste nostre richieste. Dall’ 8 ottobre 2024 gli ospedali della zona nord della Striscia di Gaza sono sotto assedio e ad oggi l’unico che continua ad offrire qualche servizio è la struttura medica ospedaliera del Kamal Adwan. Tra i servizi erogati dall’ospedale Kamal Adwan figura quello di cura intensiva neonatale (oggi ci sono 8 bimbi dopo la morte due giorni fa di altri 2 a causa della distruzione del tank di ossigeno), di pediatria ( include14 ricoverati) e di dialisi (120 persone) e altri 85 pazienti per cause varie, i ricoveri ovviamente aumentano di giorno in giorno, inclusi quelli di bimbi ed adulti malnutriti. Inoltre il Kamal Adwan, dopo la precedente chiusura forzata dell’ ospedale Indonesian, riceve anche tutti i feriti che riescono a raggiungerli, stimati in 80 pazienti al giorno. Si tratta solo di una minima parte visto che le ambulanze sono state tutte colpite, e purtroppo gli altri sono costretti a morire in strada. Nell’ospedale Kamal Adwan il direttore ad oggi ancora in vita è il Dr Hussam abu Safya ed un altro giovane medico, entrambi pediatri tra cui anche una giovanissima chirurga volontaria, la struttura ha subito l’ invasione ed il prelievo forzato di oltre 40 medici dello staff, circa una decina di giorni fa. Restano una quindicina di infermiere/i, di cui 5 feriti gravi due giorni fa a causa del fuoco mirato verso l’ ospedale da parte dei militari israeliani. Due altri medici volontari hanno visto la scorsa settimana l’ uccisione delle loro intere famiglie, rispettivamente 15 e 17 persone, mentre erano impegnati in Ospedale. Non sto a dire altri dettagli, se non che sono più di 40 giorni che il direttore chiede l’aiuto internazionale attraverso l’invio di team mediche e forniture di medicine, cibo ed acqua. Ieri lui stesso è stato ferito mentre era nel suo ufficio appunto all’interno dell’ospedale, ma rifiuta la unica proposta dell’ IDF, cioè quella di essere evacuato, perchè significherebbe la chiusura del presidio ospedaliero e l’ abbandono dei cittadini che ne hanno bisogno e non hanno alternative, secondo l’ONU sono oltre 100.000. Anche l’ OMS sta trovando molto difficile raggiungere l’ospedale; in più di 10 tentativi fatti gli è stato negato l’ accesso o gli si è sparato vicino per intimidirli almeno per 7 volte. Una volta durante la consegna di farmaci, poche ore dopo è stato distrutto il magazzino dove erano state riposte. Una via di uscita auspicabile a questo confronto sarebbe che paesi amici di Israele chiedano l’ accesso urgente per una missione medica qualificata (anche di medici della protezione civile o militari se questo fosse il modo appropriato e più rapido) che potrebbero portare le loro competenze e almeno alla consegna di un’ ambulanza, medicine e beni alimentari. L’ Italia si può spendere in questo? Vi chiediamo come medici e lavoratori della salute di attivarvi subito e speriamo di ricevere una risposta pronta e positiva. Potete contattarmi per altri dettagli e documentazione di quanto vi ho riassunto qui sopra.
Prof. Paola Manduca, Genetista, Associazione NWRG-onlus, a nome dei colleghi
della rete Sanitari per Gaza
presidente@pec.governo.it
spm@postacert.sanita.it
ministero.affariesteri@cert.esteri.it
segreteria.ministro@cert.esteri.it
segr.unita-crisi@cert.esteri.it
Lista aggiornata adesione associazioni al 28/11/2024:
AFASP – Associazioni dei Familiari e Amici dei sofferenti psichici, Napoli
Antropologə per la Palestina
Associazione “Baia del re” Odv Milano
Associazione Amicizia Sardegna Palestina
Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese in Italia (abspp odv)
Associazione Culthurra
Associazione dei palestinesi in Italia (API)
Associazione Dimensioni Diverse – Spazio di Relazione e di Pensiero ODV
Associazione Frantz Fanon, Torino
Associazione Nuvola Rossa APS
Associazione per la Pace – Gruppo di Padova
Associazione Verso il Kurdistan Onlus
AssoPacePalestina
Centro Culturale Handala Ali – Napoli
Centro Studi Sereno Regis Torino
Collettivo della mostra FILASTIN HURRA
COMITATO DI SOLIDARIETÀ CON LEONARD PELTIER, ITALIA
COMUNITÀ PALESTINESE DELLA CAMPANIA – Napoli
CONSORZIO GESCO, Napoli
Cooperativa Dedalus – Napoli
COOPERATIVA ERA, Napoli
COOPERATIVA L.E.S.S. – Napoli
CostituzioneBeniComuni
Cultura è Libertà, una campagna per la Palestina ODV
Donne Ambiente Sardegna
FAIT Free Assange Italia
FinalMente Libera OdV di Roma
ISDE Associazione italiana medici per l’ambiente
Medicina Democratica
NWRG odv
ODV Salaam Ragazzi dell’Olivo Comitato di Trieste
Parallelo Palestina
Porti Aperti e Permesso di Soggiorno per tutte e tutti
Potere al Popolo
PRC Genova
ReportSardegna24
SALAAM RAGAZZI DELL’OLIVO-MILANO-ONLUS
Saturdays for Palestine, Civitanova Marche, Recanati e Porto Recanati
Staffetta Sanitaria A.P.S.
Sardegna Pulita
Tellis, Cooperativa Sociale, Italia
Unione democratica arabo palestinese (UDAP)
Wilpf Italia APS
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