Le più importanti organizzazioni per i diritti umani e per la tutela dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane chiudono ufficialmente i rapporti con la relatrice speciale contro la tortura, l’australiana Alice Jill Edwards che in questi giorni troviamo sui maggiori media esteri impegnata nel messaggio mediatico per il rilascio degli ostaggi israeliani.
Tengo a sottolineare che ad oggi sono circa 12,200 i palestinesi detenuti, migliaia rapiti dalla Striscia di Gaza di cui non si ha più traccia dopo il 7 ottobre 2023, sicuramente come appurato da Addameer più di 3.000, compresi numerosi minori che si aggirano a più di 1,000. La relatrice speciale inoltre ha recentemente presentato una relazione che identifica la custodia dei prigionieri israeliani nel reato di tortura, mentre in merito alle deportazioni del popolo palestinese questo reato non lo ha mai menzionato.
L’equipe di Al-Haq accusa la donna di mancanza di imparzialità e di reattività nei confronti della tutela dei prigionieri palestinesi e l’ assenza di condanna nella gestione israeliana dei centri di detenzione. Da ottobre 2023 sono almeno 55 i palestinesi morti per tortura dichiarati ufficialmente dal governo israeliano, mentre sono centinaia i corpi non ancora restituiti, come venne confermato da un medico israeliano attraverso una inchiesta risalente mesi fa sul media BBC.
In Sde Teiman sono ancora conservati numerosi corpi in celle frigorifere, molti invece sarebbero stati sepolti nei famosi cimiteri dei numeri, quindi non identificabili, nonostante questo l’ONU non ha a oggi ancora attivato la macchina della giustizia per la restituzione dei martiri.
Nella lettera viene affrontato il tema della violenza sessuale e dell’abuso nei confronti di tutti i detenuti, minori compresi:
“Le organizzazioni palestinesi hanno anche ampiamente documentato l’uso diffuso della violenza sessuale come forma di tortura contro i prigionieri e i detenuti palestinesi, questa documentazione è stata condivisa con il vostro mandato in una presentazione riservata il 24 aprile 2024. Le donne palestinesi hanno riferito di essere state perquisite a nudo da ufficiali israeliani maschi, fotografate in situazioni degradanti e sottoposte a minacce di stupro e aggressione sessuale. Anche gli uomini palestinesi hanno subito forme brutali di violenza sessuale , anche attraverso l’inserimento di bastoni nell’ano. Nell’agosto 2024, un video trapelato mostrava membri dell’unità Force 100 dell’esercito israeliano che stupravano di gruppo un detenuto palestinese mentre era trattenuto nel campo militare di Sde Teiman. Dato il vostro ruolo di spicco come esperti di violenza sessuale come forma di tortura, è preoccupante che non abbiate cofirmato le dichiarazioni delle Procedure speciali delle Nazioni Unite datate 19 febbraio 2024 e 5 agosto 2024, che ne evidenziano l’uso contro i palestinesi, comprese donne e ragazze.
Il tuo ultimo rapporto tematico all’Assemblea generale delle Nazioni Unite incentrato sulla tortura sessuale nel luglio 2024 ha accresciuto le nostre preoccupazioni di lunga data sul tuo approccio all’adempimento delle responsabilità del tuo mandato. In questo rapporto, non hai affrontato alcuna informazione relativa all’uso della violenza sessuale contro i palestinesi, nonostante abbia ricevuto una presentazione dettagliata dalle nostre organizzazioni e una presentazione dallo Stato di Palestina contenente informazioni approfondite sull’uso diffuso da parte di Israele di diverse forme di tortura sessuale contro i palestinesi, tra cui stupro, molestie, minacce di stupro e nudità forzata. Questo rapporto evidenzia una preoccupante incoerenza trattando le violazioni israeliane come semplici “accuse” mentre descrive i crimini contro gli israeliani come “prove” comprovate. Afferma inoltre in modo impreciso la chiusura del campo di detenzione militare di Sde Teiman. Infine, prende Israele come esempio di buone pratiche nel supportare i sopravvissuti a riprendersi dalla tortura sessuale, senza alcuna menzione dei detenuti palestinesi, delle vittime palestinesi e del trattamento dei sopravvissuti palestinesi.”
Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani la accusano inoltre di non avere preso in considerazione numerosi rapporti che a quanto pare Alice Edwards ha spesso dimenticato di citare durante i suoi interventi di fronte alle Nazioni Unite, mentre è evidente il suo costante impegno per la liberazione degli ostaggi israeliani. Dall’inizio del genocidio ad oggi l’ ONU non ha ancora avviato una inchiesta indipendente attraverso sopralluoghi nelle carceri e nei campi di detenzione, anche dopo le prove e le interviste mostrate in numerosi fascicoli, soprattutto dopo la morte di un ragazzino avvenuta per tortura, fame ed abuso sessuale. L’organizzazione Al-Haq sottolinea che più volte vennero richiesti meeting on line per determinare il focus della situazione, senza ricevere mai risposta dalla relatrice Edwards, l’ultima richiesta risale infatti al 25 aprile 2024.
La lettera continua con accuse ben precise:
“Le osservazioni dettagliate e basate su prove e gli appelli urgenti ripetutamente presentati dalle organizzazioni palestinesi per i diritti umani al vostro mandato non hanno ricevuto un adeguato riconoscimento, indagine o intervento. Ciò ha sollevato notevoli preoccupazioni circa il livello di attenzione e urgenza accordato all’uso ampiamente documentato della tortura e alle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, in particolare alla luce della loro gravità e natura radicata.
A più di un anno dall’inizio del genocidio in corso contro i palestinesi da parte di Israele, hai rilasciato solo due dichiarazioni autonome (il 23 maggio 2024 e il 16 agosto 2024 ), hai guidato una dichiarazione congiunta ( l’8 gennaio 2024 ) e ne hai firmate altre tre guidate da altri Relatori speciali (il 12 ottobre 2023 , il 27 novembre 2023 e il 7 marzo 2024 ) riguardanti Palestina e Israele. Da quando sei stato nominato Relatore speciale nell’agosto 2022, hai inviato solo una comunicazione a Israele il 16 maggio 2024 , a più di sette mesi dall’inizio del genocidio in corso a Gaza, mentre una comunicazione simile allo Stato di Palestina ha richiesto meno di tre mesi dopo il 7 ottobre 2023. A titolo di confronto, il tuo predecessore ha inviato quattro comunicazioni a Israele solo nel 2021, evidenziando la situazione critica che ha preceduto il tuo mandato.”
Tutti i firmatari della lettera dichiarano chiusa la collaborazione con la relatrice Alice Jill Edwards a causa della sua mancanza di imparzialità, chiarendo che continueranno il loro lavoro per la tutela dei prigionieri palestinesi utilizzando altre strade, dichiarando inoltre che riapriranno la loro collaborazione solo quando vedranno effettivamente un cambiamento radicale nell’ascolto del popolo palestinese e la volontà di punire Israele in merito alla violazione del diritto internazionale.
Consiglio delle organizzazioni palestinesi per i diritti umani:
- Palestinian Human Rights Organizations Council:
- Al-Haq
- Addameer Prisoners Support and Human Rights Association
- Al Mezan Center for Human Rights
- The Palestinian Centre for Human Rights
- Hurryyat- Center for Defence of Civil Liberties and Human Rights
- Jerusalem Center for Legal Aid and Human Rights
- Aldameer Association for Human Rights
- Defence for Children International – Palestine
- Muwatin Institute for Democracy and Human Rights (Observer)
- Independent Commission for Human Rights (Observer)
- Treatment and Rehabilitation Centre for Victims of Torture (TRC).
- Women’s Centre for Legal Aid and Counselling (WCLAC).
- The Civic Coalition for Human Right in Jerusalem.
- The Community Action Center at Al-Quds University.
- MIFTAH
- The Bisan Center for Research and Development.
- Palestinian Non-governmental Organizations Network (PNGO) 132 members.
Lascia un commento