Il progetto fotografico La Pace dei Bimbi 2 Peace of Children 2 nasce dall’idea della reporter indipendente Antonietta Chiodo, la prima parte ebbe luogo dal 2016 al 2018 in Cisgiordania, grazie alla collaborazione decennale con l’insegnante palestinese Omar e la supervisione del capo del villaggio Tayseer.

Peace of Children, un progetto innovativo per gli adolescenti palestinesi.

 


Informazioni di contatto              peaceofchildren@proton.me


Il seguente piano di lavoro avrà come luogo di svolgimento la Cisgiordania occupata e coinvolgerà il villaggio di Alshawawreh coinvolgendo 20 giovani di età compresa tra i 13 ed i 17 anni. Lo scopo primario dell’idea sarà quello di mettere in risalto il lato artistico ed aiutare psicologicamente i ragazzini donandogli la possibilità di maturare una tecnica fotografica base che permetterà loro di potersi così destreggiare nel mondo della fotografia, non solo, vi sarà inoltre  la possibilità di poter coordinare la stesura di un libro fotografico che tratterà la vita all’interno dei villaggi e dei campi profughi attraverso gli occhi di questi bambini, verrà inoltre creata una mostra fotografica itinerante visibile sia su territorio italiano che europeo. La reporter Antonietta Chiodo vanta una collaborazione ventennale con il popolo palestinese e l’attuazione di diversi progetti tra cui La Pace dei Bimbi terminato nel 2018 presso il villaggio di Tequ in Cisgiordania alle porte di Betlemme. Nel progetto parte prima i ragazzini in età adolescenziale, tutti maschi hanno potuto raccontare il loro dolore attraverso l’arte terapia, inizialmente la fiducia nel progetto era molto basso, magicamente dopo  due mesi il rapporto di Antonietta e i ragazzini si era trasformato in una conoscenza basata su un forte legame di fiducia.

Anche i ragazzini più schivi e silenziosi dipinsero le loro paure facendo comprendere ad Omar l’enorme bagaglio che i bambini si portavano dentro. Molti di questi adolescenti già all’età di 17 anni erano stati arrestati almeno due volte ed avevano purtroppo almeno un martire in famiglia, nei mesi del progetto venne ucciso dai militari dell’IDF un ragazzino del villaggio di Tequ, il giovane Qusai di sedici anni e alunno di Omar.

Nel 2017 perno fondamentale fu la mediazione di Omar Abu Al Hawr insegnante che in questo progetto legherà l’Italia alla Palestina. Il maestro Omar rappresenta per i bambini di quei villaggi un padre, la sua costanza ad aiutarli negli studi è commovente ed i suoi alunni lo stimano profondamente.

Svolgimento del progetto:

Il progetto si svolgerà grazie alla intercessione della fotografa palestinese Hiba, il lavoro direttamente sul campo verrà gestito dal maestro di scuola media Omar Abu Al Hawra, saranno quindi coinvolti nella realizzazione del progetto una fotografa palestinese, un insegnante del villaggio, Antonietta Chiodo come ideatore e direttore del progetto. I gruppi di lavoro saranno principalmente formati da 20 ragazzini suddivisi in 10 maschi e 10 femmine, per un totale di almeno 40 ore di studio. I ragazzini che si iscriveranno avranno un’ età compresa tra i 13 ed i 17 anni. Il mese scelto dagli insegnanti sarà luglio, mese lontano dal Ramadan e che precede l’inizio dell’anno scolastico in Palestina che avverrà intorno al 20 agosto.

Sarà per noi importante dare fondamento alla figura della donna palestinese attraverso la professionalità di Hiba, dare quindi la possibilità anche alle ragazzine del villaggio di poter concorrere al concorso ed imparare così la tecnica della fotografia.

Il percorso di 40 ore di insegnamento terminerà con un concorso fotografico, dove chiunque da qualsiasi parte del mondo potrà votare lo scatto che reputa più emozionante, ogni ragazzino dovrà infatti proporre due immagini, quelle che riterrà migliori a rappresentare la loro vita ora e la vita che vorrebbero, aggiudicando così i tre vincitori.I premi messi in palio saranno infatti 3 macchine fotografiche che permetteranno ai ragazzi di continuare la loro strada ed il loro allenamento, non solo, al villaggio verranno donate altre due macchine fotografiche per dare ai ragazzini di esercitarsi e poter proporre così una terza parte del progetto in futuro.

Il villaggio Alshawawreh dove verrà svolto il progetto è uno dei più poveri e a rischio di morte ed arresti a danno di minori trovandosi accerchiato da insediamenti illegali, obbligati così da anni a subire incursioni continue dell’ IDF e dei coloni armati.

Fasi del progetto:

1 Insegnamento della tecnica base della fotografia Reflex.

2 Apprendere familiarità con lo strumento scattando inizialmente su panorami esterni, fotografando qualsiasi cosa attragga loro l’attenzione, anche          un   fiore.

3 I bambini sempre accompagnati da almeno un adulto per la loro sicurezza fotograferanno attraverso la loro esperienza di vita ciò che li porta al loro presente, alla famiglia, alla loro terra ed alla loro vita sociale.

4 La seconda fase del progetto consiste nella realizzazione di scatti che rappresentano la vita che vorrebbero, cosa sognano dal loro futuro. Creazione del concorso fotografico on line che determinerà i vincitori.

5 La fase finale di studio del progetto richiede la parte fondamentale della conoscenza fotografica base che si realizzerà grazie alla collaborazione ad Hiba, dovranno sceglierne due per ogni fase principale di studio, quindi una che rappresenta il loro vissuto nel presente ed una che rappresenta ciò che avrebbero desiderato.

6 Creazione e messa a punto della mostra fotografica itinerante in territorio italiano inizialmente, pur non essendo ancora perfette sarà importante per i bambini e gli insegnanti attraverso le loro immagini comprendere le emozioni ed i mutamenti che possono avvenire grazie alla stimolazione della loro creatività. Non dimentichiamo che questi sono bambini a cui l’infanzia è stata strappata di mano da generazioni.

L’intero progetto durante la sua realizzazione avrà come fulcro per la scrittura del libro l’analisi e la narrazione da parte di Antonietta Chiodo, sarà un lavoro duro e complesso che permetterà a tutti noi di comprendere realmente ciò che si annida nel cuore dei bambini, che subiscono sin dalla loro nascita un’ occupazione militare violenta come quella israeliana. La figura di Antonietta Chiodo sarà fondamentale invece per la gestione ed il coordinamento del progetto tra Cisgiordania e Italia, i contatti con i collaboratori palestinesi della Cisgiordania occupata saranno tenuti dalla direttrice del progetto, narrando anche gli accadimenti a livello giornalistico nell’attuazione de “La Pace Dei Bimbi 2”.

La reporter indipendente Antonietta Chiodo potrebbe recarsi in Cisgiordania se la sicurezza lo permetterà, per poter scrivere un diario giornaliero in merito agli spostamenti e così intervistare i bambini e le persone del luogo.

Verranno gestite conferenze in territorio italiano per la divulgazione del progetto nei mesi che ne precederanno la realizzazione. Si chiede ai professionisti palestinesi di condividere e pubblicizzare il progetto per aiutare anche i collaboratori all’attivazione di un processo consequenziale di finanziamento e presa di fiducia da parte del pubblico, nella speranza che questo evento si possa riproporre di anno in anno, dando così la possibilità a più bambini di raggiungere questo sogno.

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