Attacco a Gaza: intervista a Triestino Mariniello

L’episodio rilevante che ha preceduto i fatti di queste ultime giornate di sangue è quello della morte in prigione di Khader Adnan, quarantacinquenne in sciopero della fame contro la violenta repressione detentiva ai suoi danni. Uomo di spicco dell’ala politica della Jihad, Adnan si è battuto fino all’atto estremo di lasciarsi morire denunciando le pratiche criminali adottate contro di lui e i detenuti palestinesi.

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Per Julian Assange è stata eseguita la stessa detenzione che Israele attua per i palestinesi

Significherebbe che in un possibile futuro qualsiasi giornalista che decidesse di diffondere video, fotografie o inchieste che accusassero uno stato di crimini di guerra compreso Israele rischierebbe una condanna a vita e non servirebbe più alcun tipo di attivismo per i diritti umani, perché prevarrebbe la sicurezza nazionale. Era infatti il 2008 quando gli attivisti di WkiLeaks entrarono in possesso di una conversazione degli alti rappresentanti del Pentagono ed agenti segreti in cui si definiva questo tipo di informazione “pericolosa”,

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Violenza e discriminazione contro gli studenti universitari palestinesi

Di solito, li arrestano nottetempo. Come nel caso di Jihad Ahmed, strappato al sonno e ai suoi affetti dalla furia devastante dei soldati israeliani piombatigli in casa a Nablus per sbatterlo in galera con l’accusa di affiliazione a gruppo terrorista. O anche in pieno giorno. Magari dopo un’umiliante perquisizione al checkpoint in uscita dal villaggio per recarsi in ateneo con la tipica ansia che precede un esame destinata a spegnersi nel buio inopinato di una prigione.

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