L’Onu grazie al suo silenzio sarà ricordato nella storia futura come colpevole, per avere permesso ad Israele di violare il diritto internazionale utilizzando tutta la violenza a lui concessa.
Durante il recente Council on American-Islamic Relations (CAIR) è stato affermato all’unanimità che:
“Israele agisce impunemente, sapendo che continuerà a ricevere il sostegno degli Stati Uniti nonostante le sue atrocità contro i palestinesi. Il presidente Biden deve smettere di consentire questi massacri quotidiani e porre fine alla complicità della nostra nazione nel genocidio. I funzionari dell’amministrazione devono iniziare a trattare i palestinesi come esseri umani degni di vita, dignità e giustizia, non come animali adatti solo al macello.”
Nel 2016 durante una delle mie numerose permanenze in Palestina conobbi Faten, una giovane donna madre di tre meravigliosi bambini, il marito per l’ennesima volta si trovava in carcere e lei insegnante per giovani disabili fu costretta a portare avanti la famiglia sola, aveva un grande sogno, quello di rivedere il mare di Gaza. Arrivò nel sud della Cisgiordania da bambina e da lì non poté più tornare, l’unico mare che lei avesse mai visto e non lo aveva più dimenticato, stringemmo un patto, che saremmo tornate a Gaza insieme e che io le avrei fatto tante meravigliose fotografie mentre ballava tra le onde della Striscia. Faten come numerosi palestinesi non può superare i confini ed uscire dalla Palestina o dai territori occupati perché priva di documenti e a molti come lei non è persino permesso già prima del 7 ottobre di raggiungere Gerusalemme e visitare la sacra moschea di Al-Aqsa. Questa è la Palestina, quella terra di cui molti oggi si riempiono la bocca ma che pochi conoscono realmente.
Nelle scorse ore, il rappresentante palestinese per i rifugiati, Muhammad Mustafa, ha rilasciato una dichiarazione fondamentale per comprendere il futuro della Cisgiordania e della Striscia di Gaza ed ho pensato subito a Faten e a ciò che molti non comprendono:
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